Imposta di soggiorno 2025: cosa devono sapere i gestori extralberghieri

Il panorama normativo che regola l’imposta di soggiorno in Italia si presenta anche per il 2025 come un mosaico di adempimenti, scadenze e specificità territoriali che richiedono la massima attenzione da parte dei gestori di strutture ricettive extralberghiere.

Accanto alle novità introdotte, permangono obblighi consolidati, primo fra tutti la dichiarazione annuale, la cui scadenza improrogabile del 30 giugno impone una gestione precisa e tempestiva.

Adempimenti ordinari e specificità territoriali

I gestori di strutture ricettive extralberghiere devono continuare a dedicare la massima attenzione agli adempimenti consolidati relativi all’imposta di soggiorno. La dichiarazione annuale concernente l’anno fiscale precedente, si conferma un obbligo imprescindibile.

È importante notare che, in molti comuni italiani, piattaforme come Airbnb agiscono da sostituto d’imposta, riscuotono direttamente l’imposta di soggiorno dagli ospiti al momento della prenotazione, riversandola poi nelle casse comunali. Come vedremo, però, la situazione in questo caso non è del tutto trasparente e il gestore deve in ogni caso assicurarsi dell’ effettivo versamento dell’ imposta.

Tuttavia, la corretta compilazione e la trasmissione telematica, in linea con le istruzioni dettagliate emanate dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze, rappresentano passaggi cruciali per evitare sanzioni e assicurare la trasparenza del proprio operato. I gestori sono pertanto chiamati a familiarizzare con le procedure online e a predisporre per tempo la documentazione necessaria per adempiere a questo obbligo nei termini stabiliti.

Un elemento di complessità, ma anche di opportunità per la valorizzazione delle specificità locali, risiede nella variabilità delle normative sull’imposta di soggiorno a livello regionale e comunale. Le aliquote applicabili, le modalità di riscossione implementate, le categorie di soggetti esenti dal pagamento e le finalità a cui vengono destinati i fondi raccolti possono presentare differenze sostanziali tra le diverse destinazioni turistiche.

Sanzioni per omessa dichiarazione dell’imposta di soggiorno

La mancata presentazione della dichiarazione relativa all’imposta di soggiorno comporta sanzioni pecuniarie significative, oscillanti tra il 100% e il 200% dell’ammontare totale dell’imposta dovuta per l’intero anno. È fondamentale sottolineare che questa sanzione si applica all’intera imposta annuale, indipendentemente dal fatto che il gestore abbia effettivamente incassato tali somme direttamente, poiché la responsabilità dichiarativa ricade sul titolare della struttura.

Questa disposizione implica un rischio non trascurabile per gli host e i property manager. Anche nei casi in cui piattaforme come Airbnb abbiano gestito autonomamente la riscossione della city tax in virtù di specifici accordi con i comuni, la mancata presentazione della dichiarazione da parte del soggetto obbligato (gestore o property manager) può comunque comportare l’applicazione delle pesanti sanzioni previste.

La complessità del ruolo degli intermediari turistici

La normativa vigente (DL 50/2017 art. 4 comma 5-ter e DM 29/4/2022 del MEF) stabilisce l’obbligo di presentazione della dichiarazione dell’imposta di soggiorno anche per gli intermediari turistici.

Attualmente, l’applicazione telematica per la dichiarazione può essere utilizzata direttamente dai titolari delle strutture e da alcune categorie di intermediari, come i mediatori (agenti immobiliari). Altre figure di intermediari, tra cui specificamente i property manager, le piattaforme e i portali di prenotazione, non risultano al momento autorizzate all’accesso diretto all’applicazione in qualità di intermediari.

Di conseguenza, un property manager che presentasse la dichiarazione in qualità di intermediario, pur essendo anch’egli obbligato dalla legge, si troverebbe ad agire come un soggetto non legittimato. Tale azione potrebbe rendere la dichiarazione potenzialmente sanzionabile e persino annullabile.

Questa problematica evidenzia una discrepanza tra l’obbligo normativo imposto agli intermediari turistici, inclusi i property manager, e le attuali limitazioni operative nell’utilizzo degli strumenti telematici dedicati. Il recente riconoscimento del codice Ateco 2025 per i property manager rappresenta un passo avanti nel loro inquadramento giuridico, ma non ancora sufficiente a colmare questa lacuna operativa in relazione agli adempimenti fiscali come la dichiarazione dell’imposta di soggiorno.

Per consultare direttamente le disposizioni e i modelli ufficiali relativi alla dichiarazione dell’imposta di soggiorno, i gestori possono consultare il sito del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

La nostra associazione è al fianco dei gestori di attività extralberghiere.

Iscriviti ad AGGE, Associazione Gruppo Gestori Extralberghieri  e sarai sempre aggiornato sulle ultime novità del settore extralberghiero, avrai l’ opportunità di partecipare a webinar gratuiti con contenuti interessanti per la tua attività e riceverai i vantaggi riservati ai soci.